NFT: Not Fungible Token
Navigamente

Si chiama The Merge e non si tratta di un’immagine arrivata da una qualche sonda spaziale spedita lontana, né tanto meno dall’infinitamente piccolo di qualche molecola vista al microscopio. Non avrà la celebrità di un Picasso o non farà l’effetto di un Canaletto, tuttavia The Merge è l’opera d’arte più costosa al mondo. Ben 91,8 milioni di dollari e se vi state chiedendo come possa valere così tanto quest’opera creata digitalmente, occorre anche aggiungere che Murat Pak, l’artista che vi è dietro a The Merge, non ha un’identità. Proprio come Bansky infatti, anche Pak non si sa chi sia, o chi siano, visto che dietro al nome potrebbe celarsi anche un gruppo di più persone. 

The Merge è in realtà un collage di più immagini. Pak ha/hanno infatti suddiviso in 266.445 quote quest’opera. Ciascuno poteva comprare una singola parte per la cifra di 300 dollari. Successivamente il prezzo è stato fatto incrementare di 25 euro all’ora.

Ciascuna tessera ha ovviamente un identificativo digitale che assicura che sia effettivamente parte di The Merge. Queste immagini possono essere scambiate come se fossero delle vere e proprie figurine. Messe tutte assieme creerebbero The Merge completo e il possessore avrebbe un qualcosa per cui sono stati spesi ben 91,8 milioni di dollari per i tasselli di un qualcuno che nemmeno sappiamo come sia fatto. 

Tutto questo è possibile grazie agli NFT, Not Fungible Token, in italiano Token Non Fungibili, ossia veri e propri atti digitali a che permettono di acquistare la proprietà e di garantire l’autenticità di un qualche oggetto digitale messo in vendita, che può essere un video, una foto, una canzone. 

Ovviamente non si può comprare tutto, ma solo ciò che è messo in vendita tramite questa modalità.

Non è possibile acquistare Heroes di David Bowie in quanto non è in vendita, mentre si possono acquistare i replay degli highlights dell’NBA, in quanto l’associazione stessa li mette in vendita. 

Vuoi avere la proprietà di quel replay? Paghi 20 mila dollari ed è tuo, e puoi vantarti con amici, puoi vederlo quante volte vuoi, puoi vantarti con gli amici, puoi rivederlo  trasferendo la proprietà oppure puoi vantarti con gli amici. Sì, a quanto pare va di moda comprare alcuni NFT e impostarli come immagine di profilo sui social come atto per esibire la proprietà. 

Se da una parte in molti si chiedono che senso abbia comprare un video per 20 mila dollari quando si può vedere la stessa partita su YouTube gratis o il senso dell’avere un tassello raffigurante solo lo sfondo nero di un’opera creata digitalmente da un anonimo e pagarla centinaia di dollari dall’altra parte occorre prepararci perché il 2022 è l’anno degli NFT.

Internet è democratizzazione e gli NFT potrebbero essere la nuova frontiera dell’arte e della musica. Sempre di più si paga un qualcosa non tanto per un’utilità vera e propria, quanto piuttosto per esibizione oppure per rivenderla in futuro, sperando che il prezzo di mercato cresca. Così passare dallo spendere soldi per acquistare una skin solamente estetica all’interno di Fortnite, un celebre videogioco apprezzato dai giovanissimi, al comprare un NFT in cui si crede non è un passo troppo diverso, se non per la quantità di spesa. 

In un futuro avremmo enormi tablet appesi al muro, in grado di esibire tutte le nostre opere digitali comprate? Già adesso stanno nascendo gallerie d’arte che esibiscono solo NFT ed è ancora presto per dirlo. Secondo alcuni può anche essere una nuova rinascita per le galleria d’arte che possono così innovarsi. Vedremo se siamo di fronte ad un nuovo inizio oppure ad un qualcosa destinato a passare.

Mettiamoci comodi e vediamo cosa riserva questo 2022 allora.